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Outdoor education

Nessuno proteggerà ciò che non gli interessa; e a nessuno importerà di ciò che non ha mai vissuto da vicino.

Sir David Attenborough, divulgatore scientifico e documentarista

Si trova proprio appena fuori dalla scuola, a disposizione del docente e degli alunni, un laboratorio a cielo aperto dove gli studenti possono sperimentare, misurare, esaminare le sfide che le città sono chiamate ad affrontare per essere sostenibili. Spesso siamo portati a pensare che solo i parchi e le aree di grande interesse culturale, storico e naturale siano i luoghi dove portare la propria classe a fare esperienze all’aperto, ma anche l’ambiente urbano può diventare una straordinaria risorsa educativa che si discosta dall’estemporaneità e dalla puntualità della gita e diventa invece un modo normale per fare scuola.

L’outdoor education nell’ambiente urbano fornisce una metodologia e un contesto ideale per prendere consapevolezza su come le abilità – saper leggere, scrivere, raccogliere, interpretare e elaborare i dati, ricercare informazioni attendibili e saperne discutere, collaborare con gli altri e cosi via – e i saperi di materie come geografia, matematica, fisica, chimica, biologia e tecnologia – apparentemente lontani dalla vita degli studenti e che sembrano non servire e avere una reale applicabilità quando vengono spiegati in classe – diventano invece reali, essenziali, importanti, interconnessi quando sono necessari per comprendere i fenomeni e per immaginare azioni per progettare città sane e vivibili.

Ho capito cos’è e come calcolare la concentrazione di una soluzione quando abbiamo voluto fare un esperimento per trovare la stessa concentrazione dell’acqua marina e verificare quali tipi di plastica galleggiano e quali vanno sul fondo nel mare e nell’acqua dolce.

Abbiamo riletto il capitolo del libro sulla dinamica dei fluidi prima di decidere le condizioni di esposizione delle strisce di tessuto per catturare il particolato e verificare se l’aria che respiriamo sia o no inquinata.

Volevamo comunicare i dati che abbiamo raccolto durante l’indagine sui mezzi usati dai nostri compagni per arrivare a scuola e con la prof di matematica abbiamo deciso come rielaborare i dati, come fare i grafici e quali valori medi calcolare. Alla fine abbiamo anche deciso di imparare ad usare una app perché avevamo tantissimi dati e tanti risultati da mostrare.

commenti degli studenti durante le sperimentazioni del progetto

Se è dunque fondamentale promuovere nella scuola un “apprendimento sulla città” per le potenzialità che i contesti reali delle città possono offrire ai docenti per insegnare le STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Math) e sviluppare conoscenze, capacità di ragionamento e atteggiamenti che consentano di fare scelte responsabili e di connettere le questioni scientifiche con quelle che riguardano la società, è anche essenziale predisporre metodologie, collaborazioni, spazi e tempi per portare gli studenti sul campo dove fare e investigare, non limitandosi dunque al solo studio dei libri di testo per capire i fenomeni in questione.

Le città inoltre sono contesti interessanti per gli studenti perché sono la caratteristica dominante della vita della maggior parte di loro: hanno un vero significato in termini di cultura urbana e di possibilità. Studiando la città in cui vivono, capendo i meccanismi e i fenomeni che ne influenzano la vivibilità partendo dai loro punto di vista, bisogni e sogni, i ragazzi hanno l’occasione di capire quali azioni possono fare la differenza concretamente e avere degli strumenti per fare delle scelte e di decidere gli scenari di sviluppo.

Implicazioni dell’outdoor education

L’outdoor education utilizza lo spazio reale fuori dall’aula scolastica come strumento didattico per approfondire, ampliare, dettagliare quanto viene svolto anche in classe e offrire la possibilità di vivere l’apprendimento in un contesto di relazioni, con le altre persone e con l’ambiente.

Non è una strategia che sostituisce il sistema educativo più tradizionale, piuttosto lo affianca, lo completa con esperienze che l’ambiente chiuso non può offrire. E’ anche una straordinaria risorsa per ‘fare per capire’, per individuare i nessi tra i saperi, per sviluppare le competenze, per cambiare setting e dare opportunità a tutti gli alunni di esprimersi. Utilizzare l’ambiente fuori dalla scuola come risorsa non è un approccio che si improvvisa, né dovrebbe essere un modo di fare scuola da sperimentare ogni tanto, ad esempio per un particolare progetto. E’ piuttosto un modus operandi che dovrebbe piano piano diventare pratica quotidiana, partendo da un’analisi del proprio contesto, analizzando le opportunità e le possibili problematiche, progettando le attività attentamente. I moduli didattici e il modello di riferimento elaborato per Urban Science sono stati pensati per offrire al docente un materiale da cui partire per iniziare a progettare e per riflettere su come utilizzare l’approccio dell’inquiry e dell’outdoor education nel proprio contesto.

Domande per riflettere:

  1. Quali opportunità si trovano per fare didattica all’aperto nella vostra scuola o nelle vicinanze?
  2. Quali misure pensate siano necessarie da mettere in atto per fare didattica all’aperto con i vostri alunni?

Per approfondire: